Sì sì, hai letto bene. E no, non sono rimasta indietro col calendario. Semplicemente, ho deciso di raccontarti questa storia un anno dopo. Di mettere un po’ di distanza, per vedere meglio.
Così, mentre sono totalmente immersa in una serie di lavori tutti nuovi, che mi stanno assorbendo completamente, ho deciso di raccontarti un po’ dell’anno appena trascorso.
Credo che si debba onorare il viaggio
Quante volte lo leggiamo, lo sentiamo dire, lo diciamo noi stessi? Ma poi, in realtà, quanto lo mettiamo in pratica? Parlo di stare nel momento, di godersi ciò che si sta facendo, anche e soprattutto quando è parte di un progetto più grande, del quale inizialmente non riusciamo che a cogliere i contorni sfumati.
Ed è proprio per questo che, all’inizio di questo nuovo anno e con le mani, la testa e l’anima immersi in un lavoro che spero magnifico, voglio iniziare a raccontarti, ripercorrendolo insieme, il percorso del 2022. Per vedere, con dodici mesi di distanza, quello che ho realizzato, e che mi ha portato fino a qui.
La genesi
No, niente racconti biblici, tranquilla. Solo un breve sguardo su quello che è il percorso che mi porta a realizzare un’illustrazione.
I miei sono perlopiù progetti personali. Quando lavoro su commissione entrano in gioco altre dinamiche, che non affronto qui, ma quando lavoro senza indicazioni o confini è indispensabile per me trovare un punto di partenza, un’idea, una frase, uno sguardo. Spesso sono cose davvero piccole. Semini. A volte sono spunti più potenti. Stavolta, e mi riferisco a questo primo lavoro del 2022, si è trattato di una canzone. Una suggestione che mi si è insinuata nel profondo, un messaggio così struggente e intenso che non ho potuto non seguire.
Ovunque proteggi
Mi era capitato di realizzare una collana con scritta questa frase, anni fa, quando creavo i monili con la parola (o frase) dell’anno. Ma stavolta, sentendo nuovamente questo brano pieno di poesia di Vinicio Capossela (se non lo conosci, anche se credo sia difficile, corri ad ascoltarlo), ho deciso di accompagnare con un’immagine queste meravigliose parole.
Il processo
Una volta che ho colto lo spunto, che l’ispirazione è arrivata, devo lottare contro l’urgenza. La fretta di vedere già realizzato quello che ho in mente è, spesso, il mio peggiore nemico (ma ci sto lavorando!).
In questo caso, quando una frase, un’immagine, un suono, mi colpiscono e mi ispirano, di solito ho subito una sorta di “visione” di quello che dovrebbe essere il lavoro finito. Durante il processo, poi, spesso le cose cambiano, si adattano, si piegano, si stirano. Qui, davvero, è dove percepisco la magia.
In concreto, quello che faccio è prendere carta e matita e fare un primo schizzo del progetto. Dopo, lo raffino, lo ripulisco, aggiungo qualche dettaglio, e passo a trasferire la bozza sulla carta in cui realizzerò il disegno definitivo. I dettagli, i particolari, sono spesso frutto del caso e delle intuizioni successive.
Ma c’è un fondamentale passaggio prima di arrivare alla fine: la scelta della palette di colori. Si tratta di uno step molto delicato, perché uno squilibri tra i colori anche in un disegno ben fatto mi fa venire voglia di buttare via tutto. Dunque accosto, provo, metto su carta, testo, finché non sono convinta che tutto sia in equilibrio. Di solito i colori che uso sono tenui e desaturati, polverosi, ma c’è sempre un accento più forte, spesso un rosso, un corallo, che si fa portavoce del messaggio più importante.
Il risultato finale
Per “Ovunque Proteggi” ho realizzato una figura femminile, tema sempre centrale nel mio lavoro, che abbraccia un cuore. Suo? Chissà. Lei sta con gli occhi socchiusi, con l’aria di custodire qualcosa di prezioso. Il messaggio è chiaro, e sfaccettato: parla di amore profondo, di protezione, di sentimenti da difendere.
E se vuoi che questo messaggio ti accompagni sempre, qui ci sono i miei lavori realizzati a partire dall’illustrazione “Ovunque proteggi”.
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