Sono sempre stata attratta da ciò che è inaspettato, diverso, che evoca e suggerisce qualcosa di più o qualcosa d’altro, e per me la melagrana è sempre stata “la mela con la corona”.
Non è un frutto ordinario, sembra appartenere ad un mondo fiabesco, è attraente, colorata, misteriosa quanto basta a svelare pian piano le sue gemme racchiuse all’interno.
E poi, il suo picciolo a forma di corona la colloca immediatamente in un giardino segreto, nel labirinto di un castello, sulla tavola di un personaggio delle favole.
Intorno a questo frutto, in effetti, sono letteralmente fioriti leggende e miti fin dalla notte dei tempi.
Associato alla fertilità e all’abbondanza, legato a divinità pagane come Afrodite ma anche alla Madonna, ha sempre avuto un posto di riguardo in molte tradizioni.
Unità e molteplicità
La conformazione della melagrana, un guscio robusto che accoglie un gran numero di semi, è la perfetta rappresentazione dell’unità nella molteplicità; da qui diviene metafora di famiglia, di protezione, di più elementi che si uniscono e fondono in qualcosa di più grande, forte e strutturato.
Questa interpretazione viene accolta in molte tradizioni, da quella massonica a quella ebraica, dove idealmente la melagrana conterrebbe 613 semi che rappresentano i 613 precetti contenuti nella Torah.
Nella Bibbia poi compare tra i sette frutti che dovrebbero essere presenti in abbondanza nella Terra Promessa, ricorre spesso come motivo ornamentale riprodotto in vesti, monete ed elementi architattonici; nel Cantico dei Cantici raggiunge la massima carica simbolica, rappresentando l’amore fecondo, la fertilità e la bellezza della sposa.
La melagrana tra mito e arte
Anche miti e leggende accolgono la melagrana come elemento ricorrente.
È un frutto legato al mito di Persefone, figlia di Demetra e Zeus; secondo il mito la melagrana era sacra ad Ade, signore degli inferi, che la rapì e la costrinse a vivere un terzo dell’anno con lui, come sua sposa e regina del regno dei morti.
La nascita del melograno è inoltre riconducibile ad Afrodite, che lo piantò a Cipro, mentre secondo un’altra tradizione nacque invece dalle gocce del sangue di Dioniso, rapito e fatto a pezzi dai Titani.
Un frutto tanto prezioso non poteva passare inosservato nel mondo dell’arte: la sua raffigurazione più bella è senz’altro la Madonna della melagrana del Botticelli realizzata nel 1487 e raffigurante la Vergine che tiene in braccio Gesù e un melograno maturo e aperto.
La mia melagrana
Ogni mattina quando accompagno mio figlio all’asilo in fattoria mi faccio rapire da quei colori, da quelle fronde sottili cariche del peso di questi frutti regali, e adesso che è il suo momento, ho deciso di celebrare la melagrana come si deve, dedicandole un’illustrazione.
Per me, che sono in un momento di profonda trasformazione, la melagrana simboleggia la fertilità creativa, l’ingresso nel mio mondo interiore, fiabesco e onirico, e l’ho eletta a simbolo guida di questo momento di passaggio, di questo percorso da compiere.
Una scorza dura da attraversare, uno scrigno apparentemente impenetrabile, ma ricco di tesori che vale assolutamente la pena di scoprire.
Se vuoi avere sempre con te un amuleto che contenga la forza della melagrana, che sia un ponte tra mondo onirico e quotidianità, che ti ricordi quanto tesori possono celarsi dentro ad una apparente durezza, la mia melagrana è qui.
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