Quando ero piccola, volevo vendere fiori
La mia mamma mi portava nella bottega della fioraia, la signora Carmela, e io non riuscivo ad immaginare niente di più bello che passare l’intera giornata in un posto così pieno di colori e di profumi, di forme e di consistenze setose e vellutate. Il lavoro dei miei sogni!
Era la mia primitiva versione del motto “ama il tuo lavoro e non dovrai lavorare un solo giorno in vita tua”, anche se ancora non sapevo rendermene conto. Leggenda vuole che la signora Carmela avesse promesso di lasciarmi il suo negozio una volta andata in pensione, cosa che puntualmente non si è verificata.
La mia strada verso la creatività, un percorso non lineare
Gli studi mi hanno portata in direzioni diverse, ma la creatività, l’ansia di “fare con le mani”, ha sempre accompagnato la mia parte più razionale e molto spesso l’ha salvata da se stessa. Quella voce mai sopita dentro di me mi ha sempre portato a vagare con la mente, ad immaginare forme e luoghi in cui darle spazio, senza mettere a fuoco completamente dove approdare ma anche con la certezza di volerlo scoprire, un giorno.
Gli anni sono passati, e della mia aspirazione infantile da fioraia, ormai rimasta in un canto della memoria, mi sono ricordata di recente; eppure, mi sono detta, non ci sei andata poi così lontana. Da cosa? Dai fiori? Quelli in effetti continuano a piacermi tanto, ma non sono diventati il mio lavoro.
La mia fioritura tardiva
Dunque non avevo sbagliato strada. Perché ho compreso che la creatività non è altro che un modo di vedere le cose, di mettere insieme i pezzi, e poco importa se lo esterni con i mazzi di fiori o con la pittura.
Forse sono stata fortunata, ma la fortuna non ha molto spazio nella mia visione delle cose. Credo piuttosto che ci siano segnali dentro di noi che riescono a farci sentire la loro presenza e la loro voce anche quando apparentemente non li stiamo ascoltando, e neppure sentendo.
Tra me e la mia “fioritura” si sono messe in mezzo tante cose, ho attraversato fasi di vita e di lavoro in cui la creatività e i colori parevano avere ben poco spazio, eppure se mi guardo indietro, se osservo oggi dalla giusta prospettiva, vedo che le tracce erano tutte lì, e che a guardarle ora si scorge un percorso forse tortuoso ma assolutamente chiaro.
A volte, se i fiori non sembrano sbocciare nella stagione prevista, è solo perché forse si sta cercando la fioritura sbagliata.
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